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Latina raccoglie l’appello di papa Francesco, veglia di preghiera per la pace in Ucraina

L’appuntamento giovedì 3 marzo nella cattedrale San Marco; altri incontri comunitari poi sono stati organizzati per il mercoledì delle Ceneri nelle parrocchie pontine

La cattedrale San Marco a Latina

Una veglia di preghiera per la pace in Ucraina devastata dagli effetti efferati della guerra in cui è piombata ormai da una settimana dopo l’attacco da parte della Russia nella notte tra il 23 e 24 febbraio.

Sulla scia di quanto ha chiesto papa Francesco, la diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno offre un ulteriore momento di preghiera per invocare il dono della pace in Ucraina; l’appuntamento è per giovedì 3 marzo alle 20.30 presso la cattedrale San Marco con la veglia di preghiera presieduta dal vescovo Mariano e organizzata dalla Consulta diocesana per le Aggregazioni laicali.

Come ha spiegato don Massimo Capitani, delegato episcopale per le Aggregazioni laicali, “siamo tutti invitati a partecipare e mai come in questo momento a far nostre le parole di p​apa Francesco: La preghiera è proprio la radice della pace. La pace è sempre possibile e la nostra preghiera è alla radice della pace. La preghiera fa germogliare la pace”.

Nel frattempo, su indicazione del vescovo Crociata, nelle parrocchie pontine per il mercoledì delle Ceneri – giornata di digiuno e preghiera - sono stati organizzati incontri comunitari specifici per la pace in Ucraina. “Unire gesti penitenziali e implorazione orante è la risposta dei credenti al dramma in corso – ha spiegato Crociata in una nota ai parroci -, che possono vivere così in piena sintonia con lo spirito quaresimale questo tempo speciale reso drammatico dalle notizie di un ritorno della guerra in territorio europeo e aspirano al recupero di una pace giusta e duratura”.

Infine, la Caritas diocesana è in fase di organizzazione delle attività di supporto materiale alla popolazione colpita dalla guerra, secondo le indicazioni provenienti dalla Caritas italiana, che a sua volta si sta raccordando con le Caritas ucraine e dei Paesi confinanti che stanno offrendo il primo aiuto agli sfollati.


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