Cronaca

Allarme Squid Game: incontri con la Garante nelle scuole del Lazio. Si parte da Aprilia

Gli studenti del Carlo e Nello Rosselli ne hanno parlato con Monica Sansoni, Garante per l'infanzia e l’adolescenza della Regione: “Non bisogna banalizzare il fenomeno, ma gestirlo”

Ha preso il via presso l’Istituto d'istruzione superiore "Carlo e Nello Rosselli" di Aprilia il ciclo di incontri nelle scuole finalizzati alla promozione del dialogo sulle fenomenologie delle varie devianze minorili, contrasto al bullismo, al cyberbullismo e alla violenza di genere inaugurato da Monica Sansoni, Garante per l'infanzia e l'adolescenza (Agia) della Regione Lazio.

Accolta dal dirigente scolastico, Ugo Vitti, dall'organizzatrice dell'evento, Sabrina Vento, e da alcune classi prime dell'Istituto, Sansoni ha sottolineato la rilevanza della strategia del dialogo, quale arma per contrastare le problematiche giovanili: "Ritengo di fondamentale importanza, dare largo spazio all'ascolto dei ragazzi, cercando di instaurare con loro, un dialogo quanto più possibile empatico, per sintonizzarsi sulle emozioni più vere, positive o negative che siano".

Gli studenti protagonisti di questo primo appuntamento si sono mostrati molto propensi al dialogo ed hanno manifestato l'interesse ad effettuare ulteriori incontri, per approfondire gli aspetti per loro più significativi. "Esprimiamo grande soddisfazione, per tale incontro - ha affermato in conclusione il Dirigente Ugo Vitti - e diamo tutta la nostra disponibilità, per favorire tali sinergie tra le varie istituzioni, nell'intento di creare una società civile fondata sul rispetto e la non-violenza".

L'incontro rientrava nell'ambito di quelli programmati dalla Garante Sansoni insieme al Garante nazionale dell'Infanzia Carla Garlatti nelle scuole, primarie, secondarie e licei della provincia di Latina e Roma, per informare i ragazzi e i genitori dei rischi che corrono, a proposito del fenomeno Squid Game. La serie tv di Netflix che sta spopolando in Italia, anche tra i minorenni, ha messo in allarme tutti i Garanti dell'Infanzia regionali d'Italia, perché affronta tematiche violente e sessualmente esplicite. "Il contenuto di questa serie è per adulti - aveva spiegato Monica Sansoni. Però la serie si è diffusa, come una moda, tra gli adolescenti e pre adolescenti, nonostante la serie sia vietata ai minori di 14 anni. Quello che mi preoccupa è che possa diventare un vero e proprio stile di vita tra i minori. Molti genitori non conoscono il contenuto di questa serie che di 'giocoso' ha poco".

Gli incontri nell’ambito del progetto si svolgono in piccoli gruppi, nel rispetto delle misure Covid-19 e quando non è possibile in presenza, si tengono in streaming. "Il nostro non è un intento bigotto di chiudere l'accesso ai contenuti web e tv - ha tenuto a precisare la Garante - ma stiamo lanciando un allarme sui pericoli che corrono gli adolescenti, che non hanno ancora gli strumenti per elaborare la violenza e la sessualità contenuta in certi programmi. I genitori sono liberi di far usare telefoni e pc ai loro ragazzi, ma devono sapere a cosa vanno incontro. Il nostro obiettivo da Garanti è informare le famiglie su come filtrare determinati contenuti ed evitare emulazioni pericolose. Permettere ai minori di vedere contenuti non adeguati all'età evolutiva li porta a una 'adultizzazione precoce' che non è idonea al sano sviluppo psicologico del ragazzo. I genitori, a volte, sottovalutano la responsabilità civile e penale che hanno nei confronti dei propri figli", ha detto ancora Sansoni.

"Non bisogna banalizzare il fenomeno, ma gestirlo”, mentre un altro tra i progetti che si sta valutando è "la formazione dei medici di pronto soccorso che spesso hanno a che fare con bambini traumatizzati, in preda ad attacchi di panico, per aver visto contenuti sensibili”. Dei "medici sentinella", capaci di riconoscere i segnali di turbamento nel benessere psicofisico del bambino. Il timore della Garante dell'infanzia è infatti che al bambino si trasmetta un messaggio negativo: infatti "in alcune scuole sono stati segnalati episodi di violenza durante i classici giochi della 'campana' o 'un due tre stella'. Alla fine del gioco, il bambino ha picchiato il coetaneo perdente. Anche in provincia di Roma e Latina sono avvenuti episodi di scherno e dispetti tra i giovani, che travisano quei tradizionali giochi. Non vogliamo lanciare falsi allarmismi, ma invitare i genitori a non sottovalutare i possibili rischi di emulazione", ha concluso Sansoni.
 


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