Cronaca

Covid, tornati in servizio tutti i medici no vax della provincia: la delibera della Asl

Sono solo poche unità, tra medici e infermieri, e sono stati di fatto reintegrati a partire dal 1 novembre, all'indomani del decreto legge

Sono tornati in servizio in tutta Italia e anche in provincia di Latina medici e operatori sanitari che erano stati sospesi per aver rifiutato, per varie ragioni, di sottoporsi alla vaccinazione contro il Covid. E' l'effetto diretto del primo decreto del nuovo Governo Meloni, datato 31 ottobre, che ha di fatto anticipato la fine della scadenza dell'obbligo vaccinale dal 31 dicembre a ieri, prevedendo di conseguenza il reintegro di tutto il personale che, per l'inadempimento dell'obbligo vaccinale, era stato sospeso o collocato in una diversa mansione o in smart working in caso di fragilità.

Proprio ieri, 7 novembre, la Asl pontina ha pubblicato una delibera, firmata dalla direttrice generale Silvia Cavalli, che dispone per tutto il reintegro. Ma già all'indomani del Decreto legge l'azienda sanitaria aveva comunicato al personale sospeso e adibito a una diversa mansione di riprendere immediatamente servizio presso la struttura di appartenenza, nelle more dell'adozione di una specifica delibera.

In tutta Italia il Decreto legge ricolloca circa 3.500 operatori, In provincia, dopo le varie campagne vaccinali. i ripetuti richiami e i primi provvedimenti di sospensione valutati da una specifica commissione istituita proprio dalla Asl, erano scesi a pochissime unità, tra medici di base, ospdalieri e infermieri. Ora la delibera stabilisce "di dare atto che, in applicazione della sopra indicata norma, tutti i provvedimenti sospensivi assunti dall’Azienda e dagli Ordini professionali non hanno più effetto a decorrere dal 1/11/2022, e che il personale dipendente e convenzionato precedentemente sospeso per l’inadempimento dell’obbligo vaccinale dovrà pertanto essere reintegrato in servizio". Per coloro che sono stati collocati in una diversa mansione o in smart working invece "i responsabili delle relative strutture potranno valutare la permanenza delle condizioni di fragilità, che consentono lo svolgimento, sino al 31/12/2022 della prestazione lavorativa in modalità agile, con obbligo di sottoscrizione dell’accordo integrativo del contratto individuale di lavoro".


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