Cronaca

Violenze e femminicidi, la garante dell'infanzia: "L'ultimo appuntamento è una trappola, non cadeteci"

L'intervento di Monica Sansoni: "Sempre più giovani si arrogano il diritto di poter dire e fare qualsiasi cosa, offendendo il partner e minacciandolo, specie sui social"

Solo una settimana fa il femminicidio della poliziotta a Roma, Pierpaola Romano, uccisa a colpi di arma da fuoco dal collega Massimiliano Carpineti, di Cisterna. Poi la cronaca quotidiana si riempie di una lunga serie di violenze contro le donne, consumate sempre in famiglia spesso da padri, mariti o compagni. Come nel caso della donna di nazionalità indiana picchiata e abusata dal marito per anni in casa, a Sabaudia, anche davanti alle figlie minorenni.

La garante per l'Infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio Monica Sansoni si unisce alle istituzioni che si schierano al fianco delle vittime. "Occorre prevenire certe situazioni - commenta - cercando di sfuggire a relazioni tossiche e violente, fin dai primi segnali di violenza, anche psicologica. Ma le vittime non possono essere colpevolizzate, bensì devono essere aiutate a recuperare autostima, dignità, indipendenza, libertà".. I maltrattanti, aggiunge la Garante, "devono essere adeguatamente puniti, ma anche recuperati con percorsi specifici che accertino la presa di coscienza del disvalore morale e giuridico delle proprie azioni e la piena volontà di riabilitarsi". Per quanto riguarda poi i casi di femminicidi "l’ultimo appuntamento – dice Sansoni – è una trappola, non cadeteci mai. Valorizzate voi stesse".

"Alle giovani ragazze – dice la garante – voglio lasciare un messaggio profondo: le relazioni tossiche e i segnali di manipolazioni o di natura narcisistica, come dicono esperti del settore, devono essere segnalati fin da subito. La scuola, in tal senso, deve offrire un’offerta formativa, non solo di sensibilizzazione, ma di educazione alle emozioni e al rispetto dell’altro. Sempre più giovani adolescenti infatti si arrogano il diritto di poter dire e fare qualsiasi cosa, offendendo il partner e minacciandolo, specie sui social. Al contempo voglio fare un plauso a quelle famiglie che educano i propri figli al rispetto e alla convivenza. La famiglia, del resto, è la prima agenzia educativa insieme alla scuola".


Si parla di