Cronaca

Operazione 'Reset', prime condanne: 16 anni di carcere a Viola, 10 anni e otto mesi a Ciaravino

La sentenza del gup di Roma per i due esponenti del clan Travali che hanno scelto il rito abbreviato. Pene superiori alla richiesta dei pm

Si è chiuso con due pesanti condanne il processo a carico di due esponenti del clan Travali finiti in carcere a febbraio 2021 nell’ambito dell’operazione ‘Reset’.

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma Monica Ciancio, davanti al quale si è celebrato il processo con rito abbreviato, ha condannato Francesco Viola a 16 anni e Giovanni Ciavarino a 10 anni e 8 mesi di carcere. Pene più pesanti di quelle invocate dai pubblici ministeri Corrado Fasanelli e Luigia Spinelli, che avevano chiesto per Viola 14 anni e per Ciaravino 10 anni e sei mesi. Secondo gli investigatori della Direzione distrettuale antimafia di Roma e della Squadra mobile di Latina l'organizzazione criminale si occupava del traffico di cocaina, hashish e marijuana con cui riforniva le piazze di spaccio di Latina, Cisterna, Aprilia, Sezze e dei centri limitrofi, ricorrendo anche alla violenza nei confronti di gruppi criminali rivali. L’indagine era partita delle nuove dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo e di quelle rese nell’ultimo anno da Maurizio Zuppardo.

A Ciavarino, difeso dagli avvocati Francesco Vasaturo e Alessandro Federici è contestata la partecipazione all'organizzazione mentre Viola, assistito dall’avvocato Giancarlo Vitelli, è accusato anche di diversi episodi di estorsioni, con l'aggravante del metodo mafioso. Aggravante che è stata riconosciuta oggi dal gup. Nel processo si sono costituite parti civili l'associazione 'Caponnetto' e il Comune di Latina.


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