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Building Narratives alla galleria Monti 8

Nuovo appuntamento alla Galleria Monti 8 di Latina con una interessante collettiva che riflette su temi quanto mai attuali: Building Narratives.

I lavori di cinque artisti internazionali Raelis Vasquez, Marcela Florido, Ana Segovia, Zoya Cherkassky e Tom Anholt, saranno in esposizione presso la galleria dal 3 al 31 ottobre.

Partendo da nazionalità diverse, attraverso esperienze di vita diverse e stili differenti, cinque artisti riflettono su temi come la memoria, la famiglia, le radici, ma anche sulla storia, sulle relazioni tra culture diverse che caratterizzano la società moderna. Ripercorrendo cliché e stereotipi legati alle varie nazionalità, alla sessualità e agli stili di vita, i cinque artisti “costruiscono delle narrazioni” tutte da scoprire e sulle quali riflettere.

Dalle note dei curatori:
Nel lavoro di Zoya Cherkassky, ad esempio, la storia della sua infanzia è mescolata all'esperienza collettiva. Prima di trasferirsi in Israele all'età di quattordici anni, nasce e cresce in Ucraina, suo paese di origine. I suoi lavori sono dunque influenzati dai ricordi di quei tempi, come fossero un estratto di un mondo che non esiste più, l'Unione sovietica, rievocata soprattutto negli abiti e negli edifici tipici dell'URSS in quegli anni. Il suo interesse non è legato alla rappresentazione di eventi storico politici, quanto piuttosto alla narrazione della vita di tutti i giorni.

Come nei lavori di Zoya Cherkassky, anche i dipinti di Tom Anholt appaiono estremamente intimi e familiari, in quanto attingono infatti alla sua vita privata. Anholt raffigura intensi ritratti di amici o altre persone a lui vicine, attraverso uno stile antinaturalista che enfatizza l'espressonismo dei corpi e dei volti. Ogni lavoro che egli realizza è arricchito da influenze che, oltre all'ambiente circostante, guardano anche ad altre culture: il suo tratto, ad esempio, sembra ispirarsi alle miniature persiane per i cromatismi e per l'estrema cura del dettaglio, nonostante paesaggi e figure siano invece sempre mutuate dalla contemporaneità.

Ana Segovia dipinge soggetti imbevuti di elementi tratti dalla cultura messicana: colori, ambientazioni, interni domestici e di locali e ancora abiti sono tipici della sua terra, appunto il Messico. Le sue opere ricordano i set cinematografici, da cui è partita la sua ricerca. I lavori sono infatti rappresentazioni di scene di film messicani, che l'artista adotta per esplorare molteplici questioni come sessualità e ruoli di genere nella società odierna, indagando come la proliferazione di immagini, nel cinema, abbia contribuito a costruire l'idea di uomo-macho, espressa in ruoli come il torero, il giocatore di poker o il cowboy, figure centrali nelle pellicole messicane.

Anche Marcela Florido si concentra sugli stereotipi della sua cultura, fondendoli con temi come la memoria e l'identità. Le sue tele sono quasi interamente occupate da una attraente giovane figura femminile, caratterizzata da colori brillanti che comunicano un sentimento di gioia e serenità. La sua terra, il Brasile, è evocata dai toni vivaci, ma anche da fiori e paesaggi tipicamente brasiliani che decorano lo sfondo. Tuttavia, guardando più a fondo i suoi lavori, questi elementi possono condurre a una critica sui cliché legati alla cultura brasiliana e a come il resto del mondo la considera.

Per Raelis Vasquez, la pittura è uno strumento per riflettere su problematiche e abitudini della comunità Latino Americana, di cui fa parte. Attraverso ritratti intimi, lo spettatore è chiamato a interrogarsi sulla condiziona di certe classi o etnie, specialmente minoranze che vivono in paesi stranieri. Vasquez, inoltre, è interessato ai rapporti familiari: egli dipinge suggestivi momenti di membri familiari colti nelle loro case e nella routine quotidiana, come una madre che allatta il suo bambino o un figlio mentre legge un quotidiano.

L’appuntamento

È per l’opening sabato 3 ottobre dalle 18.30. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 31 ottobre.


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