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A Itri va in scena Mio Nome, Mia Voce, Vuoto

Dopo il grande successo della scorsa estate a Gaeta arriva anche a Itri Teatro KappaO con lo spettacolo di teatro-danza MIO NOME // MIA VOCE // VUOTO (Trittico dei luoghi dell’esistenza) ispirato all’opera di Michel Foucault. Lo spettacolo si terrà sabato 10 novembre alle ore 21.00 presso il Condominio dell'Arte Punto Zero - Spazio Cultura a Itri.

“Posso andarmene in capo al mondo, nascondermi sotto le coperte, farmi il più piccolo possibile, posso liquefarmi al sole su una spiaggia, lui sarà sempre là dove sono io”. Chi è questo compagno assiduo che anticipa e mette sotto scacco ogni mio tentativo di separarmene? Chi o cos’è questa presenza con cui sono condannato a condividere sempre il mio spazio, le mie destinazioni, i miei soggiorni, persino i miei nascondigli? Chi o cosa non mi impedisce di cambiare posto, di andare altrove, eppure mi rende impossibile prenderne congedo? La risposta è semplice, la risposta è: il “mio” corpo.” (M. Foucault)

Il lavoro, attraverso una visione onirica, epica e reale, affonda le proprie radici tra l’io, il corpo e lo spazio. Gli elementi scenici, materiali e immateriali, si fondono dando vita ad un luogo utopico, ricolmo di segni, ricordi e speranze. Eterotopico: il luogo dell’altrove possibile.

Un trittico suddiviso in Voce, Corpo e Spazio; un caleidoscopio di visione e suoni che portano il pubblico a dialogare lontano dal “reale”. Le eterotopie non sono luoghi come gli altri: liberano l’immaginazione di chiunque si metta in comunicazione con essi. Esse sono i luoghi dell’arte, i luoghi della libertà, della coscienza e dell’incoscienza. Lo spazio scenico si scopre lentamente, come fosse un luogo inaccessibile, purificato. Un velatino scherma e libera la scena, invitando lo spettatore nell’universo più intimo, privato, segreto.

Tutto intorno è buio, un buio troppo grande per poterlo esplorare; lo spazio acustico viene invaso da un crescente fruscio digitale che muta in melodia. Una luce apre su una figura di donna in abito rosso, immobile al centro della scena; dalla voluminosa gonna cadono petali scarlatti, come a fuoriuscire dal ventre per macchiare la fredda pedana metallica: l’azione esibisce il simbolismo dell’umano flusso vitale, da lì tutto ha inizio… Il nucleo tematico dell’opera si indaga attraverso la pluralità di soluzioni sceniche: una pedana di freddo metallo, indefinibili riti femminei, due oniriche figure che, dalla sommità dello spazio scenico, incalzano sull’abisso del palco e ci conducono verso il vuoto.

Nello spazio reale si contrappongono spazi che normalmente sarebbero incompatibili; davanti e dietro il telo luoghi estranei si intrecciano”: emergono suoni elettronici, parole, vocalizzi e videoproiezioni, che, come un alito, pongono l’accento sulle possibilità del linguaggio e, al contempo, svuotano quest’ultimo dei significati ordinari. Tre atti costituiscono i tre capitoli di un solo atto ripetuto, ribadito nel semplice e mutante dispositivo scenico, nel quale anche la danza diventa asse necessario sul quale sviluppare la suggestione filosofica di Foucault. I tre luoghi-spazi ed il loro intreccio chiamano in causa non soltanto l’opera di Foucault, ma anche l’opera di Lacan nel suo concetto di “Vuoto”.

Il linguaggio non è più strumento ma condizione espressiva dell’essere stesso, una possibilità soggettiva che pone l’individuo verso il mondo della percezione: la parola si impone nello spazio come avvenimento sonoro e visivo.
Ogni parola è un gesto performativo che, ancor prima di voler comunicare qualcosa, dispone le condizioni per l’emergere di uno spazio condiviso con la platea. La traccia perde la semplice trasmissione del messaggio, ma afferma e reclama un patto simbolico fra soggetti.
Quello che resta è il concetto di “Vuoto”: è in quel vuoto che lo spettatore può ancora scrivere e “affrontare”, nella sofferenza del respiro o attraverso le formule di un qualunque libretto d’istruzioni preconfezionato.

Per informazioni è possibile contattare il Teatro KappaO al numero 340.6007503. l'appuntamento è dunque per sabato 10 novembre.

Produzione: Teatro KappaO
Con: Manuela Massicci, Roberta Tafuri
Regia: Gianni Tudino
Costumi: Manuela Massicci
Sonorizzazione: Teatro KappaO
Pubblico: adulti | Durata: 60 min.
 


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